mercoledì 28 maggio 2014

Santuario della Madonna della Quercia a Viterbo


A circa due km da Viterbo sorge il Santuario della Madonna della Quercia, dal 1986 patrona della Diocesi di Viterbo.
Il Santuario è stato, per oltre due secoli, il maggior santuario mariano dello Stato Pontificio tanto che, da qui, sono passati 19 pontefici in visita. Al suo interno custodisce pregevoli opere d'arte e il piccolo Museo degli ex-voto, doni alla Madonna per grazie ricevute.
Il Santuario venne costruito a partire dalla seconda metà del Quattrocento e l'altare consacrato nel 1577 dal cardinale Francesco Giovanni Gambara.
Sorge sul luogo dove fino a pochi anni prima c'era una vigna. Il terreno, di proprietà di tale Battista Juzzante, era protetto dall'immagine, dipinta su una tegola, di una Madonna con il Bambino, commissionata dallo stesso Juzzante nel 1417 ad un pittore locale, Mastro Monetto, e posta tra i rami di una Quercia, in prossimità dell'ingresso al terreno. I passanti si fermavano spesso in preghiera davanti a quell'immagine, tanto che, un pio eremita originario di Siena che viveva sui Monti Cimini, iniziò a parlare di un tesoro prezioso tra Viterbo e Bagnaia.. indicando come tesoro la stessa immagine della Madonna sulla Quercia. Alcuni tentarono anche di rubare la tegola, ma questa puntualmente e misteriosamente tornò al suo posto. Coloro che pregavano la Madonnina, spesso poi parlavano di grazie ricevute, fino a che, nel 1467, avvennero due fatti importanti: del primo ne beneficiò una singola persona dell'altro l'intera comunità. Un cavaliere disarmato e inseguito dai briganti, trovò rifugio sotto la tegola e, chiedendo di essere reso invisibile agli occhi dei malintenzionati, fu accontentato e per questo ebbe salva la vita. Il secondo episodio riguardò l'intera città di Viterbo. Era l'estate del 1467 e il morbo della peste si stava diffondendo..la comunità decise un pellegrinaggio alla Madonnina, promise la costruzione di una chiesa impegnandosi in un “patto d'amore” con la Vergine.. di colpo la peste cessò e gli ammalati guarirono; questo  fatto accadde proprio nella stagione più calda, in cui il contagio si sarebbe potuto diffondere ancora di più. La notizia si diffuse, la devozione crebbe, i pellegrini arrivarono a decine di migliaia ai piedi della quercia e della tavola con il dipinto della Madonna e del Bambino.
A questo punto bisognava mantenere la promessa, così che venne costruita all'inizio una cappella che, insufficiente a contenere i devoti, venne sostituita dal Santuario che ancora oggi possiamo ammirare, realizzato su progetto di Giuliano da Sangallo il Giovane, affiancato dal Convento per i Padri Domenicani e da due chiostri interni. Nel 1538 venne messo in opera il soffitto ricoperto da foglie in oro, donato da papa Paolo III Farnese, era il primo oro arrivato dall'America, già donato al papa da Carlo V.
L'opera di maggior pregio all'interno della chiesa è il grande tabernacolo o tempietto di marmo bianco di carrara, situato nel presbiterio, opera di Andrea Bregno del 1490; al suo interno è custodita la quercia e la tegola con l'immagine della Madonna col Bambino, pittura semplice e di straordinaria bellezza. L'immagine è stata incoronata con una corona d'oro impreziosita da zaffiri, smeraldi e rubini, dal Santo Padre Giovanni Paolo II il 27 maggio 1984 in occasione della sua visita alla Diocesi di Viterbo.

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